Sotto i riflettori, in questo momento, i software di Intelligenza Artificiale che, montati a bordo di telecamere, monitorano la distanza fra le persone, segnalando con un allarme se questa scende al di sotto di una determinata soglia.
Dallo scorso 15 giugno, in seguito alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, siamo entrati nella fase 3 dell’emergenza coronavirus. Tra le disposizioni previste, il divieto di assembramento nei locali e nei luoghi pubblici, sui mezzi trasporto e nei luoghi di lavoro, con l’obbligo di distanziamento sociale di almeno un metro: caposaldo indiscusso delle misure di lotta al virus, che ha segnato le fasi 1 e 2 e che scandirà per lungo tempo la strategia mondiale di prevenzione dei contagi.
Separatori, pareti in plexiglass, adesivi che indicano dove posizionarsi e perimetri delimitati a parte, quale ruolo avranno le tecnologie di ultima generazione per monitorare il rispetto delle distanze e valutare il rischio legato al contatto fisico? E quali progetti che sfruttano tali tecnologie sono già in essere?
Telecamere di videosorveglianza per il controllo del distanziamento sociale: cos’è la Computer Vision
In questo momento, sono sotto i riflettori i software di Intelligenza Artificiale che, montati a bordo di telecamere, monitorano la distanza fra le persone, segnalando con un allarme se questa scende al di sotto di una determinata soglia.
Ma come lavorano tali software? Viene creata una mappa bidimensionale dello spazio, sulla quale vengono tracciati posizioni e movimenti delle persone. Alla base vi è la Computer Vision – o Visione Artificiale – ambito dell’Intelligenza Artificiale che simula la visione umana sfruttando i sensori ottici di telecamere e, più in generale, di quei dispositivi in grado di effettuare il riconoscimento di persone e oggetti.
Il dietro le quinte della Computer Vision è fatto di progettazione di reti neurali artificiali, attraverso le quali è possibile sviluppare meccanismi e processi che simulano quelli propri del cervello umano, tra cui, ad esempio, l’acquisire, l’analizzare, l’elaborare dati e informazioni attraverso la percezione visiva.
In questo modo, si può “istruire” un software di Computer Vision a riconoscere forme e colori, a distinguere oggetti e a seguire i loro spostamenti in un dato spazio. Ma vediamo insieme alcune applicazioni della Computer Vision nell’ambito del controllo del distanziamento sociale anti-covid.
Videosorveglianza per il monitoraggio del distanziamento sociale: l’esempio dell’aeroporto di Genova
Ha preso il via lo scorso maggio, nell’aeroporto di Genova, uno studio pilota per la sperimentazione del software “Social distancing”, sviluppato dal gruppo di ricerca PAVIS – Pattern Analysis & Computer Vision in seno all’Istituto Italiano di Tecnologia.
Obiettivo del software, il monitoraggio automatico del rispetto del distanziamento sociale: per mezzo delle telecamere del sistema di videosorveglianza presente nell’aeroporto, grazie ad algoritmi di Intelligenza artificiale genera una “mappa” dell’ambiente e circoscrive una sorta di raggio intorno a tutte le persone che vi transitano, segnalando quando queste sono troppo vicine le une alla altre. Tale test pilota consentirà di collaudare il software direttamente sul campo, con immagini dei flussi dei passeggeri ripresi in condizioni reali durante le soste al check-in, durante lo spostamento verso i controlli di sicurezza e le aree di imbarco
In seguito a questo progetto, sarà possibile rilevare le aree a maggior rischio di assembramento all’interno dello scalo aeroportuale e, in futuro, generare degli avvisi in tempo reale in caso di mancato rispetto delle distanze anti-covid. Infine, tutte le immagini video riprese e registrate sono rese anonime, grazie a un software di Intelligenza Artificiale che trasforma le immagini umane in sagome bidimensionali, rendendo completamente irriconoscibili i soggetti.
Telecamere di videosorveglianza per il controllo del distanziamento sociale: il progetto Inter-Homines per il Comune di Modena
È, invece, in corso di sperimentazione presso alcuni uffici del Comune di Modena un sistema che analizza in tempo reale le distanze tra le persone in attesa, presenti nei locali. Il progetto si chiama Inter-Homines ed è stato messo a punto dall’Università di Modena e Reggio Emilia.
Sfrutta l’Intelligenza Artificiale per analizzare le immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza e verificare che le persone non superino le distanze interpersonali e che non si creino, così, situazioni di rischio: se questo accade, una voce richiama al rispetto del distanziamento previsto.
Il software è il risultato di una ricerca tutta italiana, che ha origine dalla creazione di una rete neurale artificiale che, a partire da una singola immagine, ricostruisce la presenza di persone e la terza dimensione. Il sistema è stato concepito con un’attenzione particolare alla privacy dei soggetti ripresi: non viene registrato nulla, né riconosciuto alcun volto, ma solo verificate le mappe di occupazione degli spazi che – lo ricordiamo – sono completamente anonime.