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Telecamere con funzioni di conteggio persone: come rispettare il divieto di assembramento nei luoghi pubblici

Le telecamere con funzioni di conteggio persone a bordo, a partire dallo scorso 15 giugno, quando è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri contenente le disposizioni anti-covid, sono diventate parte degli strumenti tecnologici di lotta al virus, tra cui il divieto di assembramento, che mira a ridurre la densità delle persone da accogliere all’interno dei locali aperti al pubblico.


Le telecamere con funzioni di conteggio persone (people counting) a bordo, a partire dallo scorso 15 giugno, quando è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri contenente le disposizioni anti-covid, sono diventate parte degli strumenti tecnologici con i quali Security Manager, titolari e responsabili di punti vendita, supermercati, centri commerciali e, più in generale, locali pubblici, hanno applicato le misure previste dalla lotta al virus, tra cui il divieto di assembramento, che mira a ridurre la densità delle persone da accogliere all’interno dei locali aperti al pubblico.

Cosa sono le telecamere con funzioni di conteggio persone

Prima della pandemia, le telecamere con funzioni di people counting venivano utilizzate, soprattutto in ambito Retail, come strumento di marketing capace di fornire un’analisi puntuale di quanto accade nel punto vendita, con informazioni precise che riguardano, primariamente, l’organizzazione degli spazi espositivi e dei percorsi di acquisto e la distribuzione del personale.

Il people counting a bordo delle telecamere consente il conteggio dei clienti in entrata e in uscita dal punto vendita. In fase pre-covid, tale dato veniva collegato a fattori interni (eventuali promozioni e sconti) e a fattori esterni (ad esempio, le condizioni meteo) e rientrava tra le funzioni di Business Intelligence, tra cui anche il Dwell Time, che rileva il tempo di permanenza del cliente in una data area dello store; l’Out of the Stock on the Shelf, che segnala la mancanza del prodotto sullo scaffale o nell’espositore; il Queue Control, che monitora la coda alle casse; il People Profiling, che profila i clienti analizzando genere, età e gusti; i Tracking, che consente di conoscere chi entra in una certa fascia oraria e come e dove si muove all’interno dello store e, infine, l’Heat Mapping, che rileva quali sono le aree dello store più frequentate.

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Ma, in questa fase post-emergenza sanitaria, che pone al centro la salute collettiva, le soluzioni per il conteggio delle persone assumono funzionalità di controllo per garantire accessi limitati e diluiti ai locali.

Telecamere con funzioni di conteggio persone: quali modelli offre il mercato?

Come funzionano le telecamere con funzioni di conteggio persone? Possiedono un algoritmo a bordo, che consente loro di rilevare i soggetti all’interno di una data area e di identificarne la direzione di spostamento, contando così sia il numero di coloro che entrano, sia il numero di coloro che escono dal sito in questione.

Esistono sul mercato soluzioni basate su un controllo dell’affluenza di pubblico in tempo reale, su più accessi, in grado di integrarsi con telecamere e dispositivi preesistenti per il conteggio delle persone.

Sono disponibili anche soluzioni che, raggiunto il numero massimo di persone consentito (e impostato nel sistema), generano un allarme in grado di controllare i movimenti delle porte automatiche – bloccandole e fermando, così, il flusso in ingresso – oppure di emettere un segnale sonoro o luminoso.

Per siti complessi quali, ad esempio, i grandi building, vi sono, poi, soluzioni per il conteggio persone in grado di aggregare ed elaborare dati provenienti da più telecamere.

Alcune telecamere, grazie a un algoritmo di Deep Learning a bordo, sono in grado di contare con precisione le persone anche quando sono montate a parete e non a soffitto: a differenza delle soluzioni conta-persone che utilizzano l’analisi video convenzionale, la telecamera dotata di algoritmi di intelligenza artificiale, infatti, non ha bisogno di essere montata a soffitto per fornire un campo visivo dall’alto. E questo significa che la telecamera può essere utilizzata anche per altre applicazioni, sfruttando una serie di funzioni di analisi video aggiuntive come l’Heat Mapping – che rileva quali sono le aree del locale più frequentate – rilevazione intrusioni e rilevazione soggetti/oggetti in stazionamento.

Vi sono, poi, modelli in cui, quando viene superato un dato numero di persone all’interno dell’area da monitorare, appare un alert di colore rosso, che può essere inviato a monitor, display o schermi di digital signage – anche mediante avviso sonorizzato – con il quale si avvisa i clienti di attendere il prossimo turno di ingresso.

La stessa telecamera, inoltre, può coniugare, oltre alla funzione di conteggio persone, anche l’algoritmo di social distancing, che rileva il rispetto del distanziamento sociale tra le persone all’interno di un’area predefinita.

Telecamere con funzioni di conteggio persone nei punti vendita: che cosa dice il Codice Privacy

Ricordiamo che, a disciplinare l’installazione di telecamere nei punti vendita – con funzioni di conteggio persone a bordo oppure no – è comunque il Provvedimento del Garante della Privacy del 2010 con, in particolare, gli adempimenti relativi all’area inquadrata e all’informativa mediante il cartello “Area videosorvegliata”.

Il primo adempimento prevede che l’impianto di videosorveglianza installato all’esterno di un negozio inquadri solo la propria area di pertinenza, spingendosi, al massimo, fino all’area del marciapiede prossima al bordo del locale. Il secondo adempimento riguarda, invece, il cartello che informa sul fatto che l’area in cui ci si trova è videosorvegliata.

Ma, in ogni punto vendita, oltre al flusso di clienti, vi sono persone che svolgono una regolare attività lavorativa. Dunque, il proprietario dell’esercizio è anche un “datore di lavoro”, con tutte le implicazioni che tale ruolo comporta dal punto di vista della normativa sulla privacy. Che cosa significa?

Che l’installazione di telecamere di videosorveglianza nei negozi deve rispettare anche quanto contenuto nell’articolo 4 della Legge n. 300 del 20 maggio 1970 – nota come Statuto dei Lavoratori – modificato dall’articolo 23 del Decreto Legislativo del 14 settembre 2015 n. 151, attuativo del Jobs Act. E, in primis, il fatto che i dispositivi di videocontrollo installati rispondano solo a esigenze organizzativo-produttive, a esigenze legate alla sicurezza sul lavoro oppure alla tutela del patrimonio esistente all’interno del negozio stesso.

Che cosa deve fare il proprietario del negozio che intende dotare il proprio esercizio commerciale di un impianto di videosorveglianza? Lo Statuto dei Lavoratori impone che il datore di lavoro stipuli un accordo collettivo con i rappresentanti sindacali oppure, laddove questi non siano presenti o in caso di mancato accordo, chieda esplicita autorizzazione all’Ispettorato Territoriale del Lavoro.

Inoltre, deve informare i dipendenti sul trattamento delle immagini, come prescritto dal GDPR – General Data Protection Regulation, regolamento dell’UE in materia di trattamento dei dati personali e privacy: il trattamento dei dati video nei luoghi di lavoro deve sempre essere autorizzato dal lavoratore.

Fino a qualche anno fa, l’impianto di videosorveglianza installato nei luoghi di lavoro non poteva inquadrare direttamente i dipendenti. La circolare n. 5 del 19 febbraio 2018 dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha introdotto una novità importante in materia, ovvero la possibilità di inquadrare direttamente i lavoratori, senza oscurane il volto. Ma, alla base di tale scelta, devono esserci precise ragioni, direttamente correlate alla sicurezza sul lavoro oppure alla tutela del patrimonio aziendale. Altrimenti non è ammessa.

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