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Regolamento Europeo Privacy: perché è un’opportunità per il fatturato

Che legame c’è tra GDPR e fatturato aziendale? Scoprilo alla Mostra Convegno LUMI Expo (21 e 22 novembre Bologna Fiere) durante l’intervento formativo dal titolo “GDPR: perché è un'opportunità per il fatturato”.


Il Regolamento dell’Unione Europea noto con la sigla GDPR – General Data Protection Regulation, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Europea il 4 maggio 2016 e divenuto operativo a partire dal 25 maggio 2018, si occupa di protezione dei dati personali e di privacy.

Non tratta specificatamente degli aspetti relativi alla privacy legati alla videosorveglianza. Entra nel merito con una sezione dedicata all’utilizzo delle telecamere intelligenti – dotate di software di video analisi in grado di analizzare i comportamenti dei soggetti ripresi e di identificarne caratteristiche fisiche – e lo fa sempre in riferimento al trattamento dei dati rilevati.

Ora, che legame c’è tra GDPR e fatturato aziendale? Secondo Federico Leone, esperto in materia di protezione dei dati personali e collaboratore della Cattedra di Filosofia del Diritto presso l’Università Cattolica di Piacenza su temi etici e GDPR, l’attinenza c’è eccome, ma è poco percepita.

Ne parlerà alla Mostra Convegno LUMI Expo (21-22 novembre BolognaFiere), durante un intervento formativo dal titolo “GDPR: perché è un’opportunità per il fatturato”, di cui offriamo qui una rapida anteprima.

Il GDPR come strumento di monitoraggio dei processi

Il Regolamento dell’UE sul trattamento dei dati personali e privacy – spiega Leone – non è stato affatto concepito come una serie di divieti da porre alle aziende e a Enti pubblici ma, al contrario, come uno strumento da offrire loro per il monitoraggio dei processi. Ed è questo il motivo per cui applicare il GDPR significa fare aumentare il fatturato. Perché? Chi monitora correttamente i propri processi, monitora e ottimizza il proprio fatturato”.

L’applicazione corretta e consapevole del GDPR non solo consente di proteggere e monitorare i dati che trattiamo, ma ci permette anche di controllare e misurare i processi con i quali li trattiamo e le tempistiche che occorrono per farlo. Inoltre, ci consente di conoscere quali sono quelle regole che non vanno mai violate. Insomma, il GDPR è un servizio. E, come tale, aiuta le aziende.

Il GDPR è stato pensato come un “cruscotto di controllo”, un tool di monitoraggio dei processi. Questo è il concetto che deve passare.

Il problema – continua l’esperto – sta nell’interpretazione dei contenuti del GDPR e nella comprensione profonda dei valori che lo hanno ispirato. Oltre a leggere tutti i suoi articoli, bisognerebbe anche visionare i Considerando che ne fanno parte e tutti i consigli dell’European Data Protection Board (gruppo di tecnici rappresentanti gli Stati membri dell’UE). Di che cosa si tratta? Di consigli elaborati da tecnici autorevoli (che non prevedono sanzioni), in grado di supportare le imprese nell’applicazione concreta del Regolamento.

Un consiglio pratico per le aziende e gli Enti pubblici?

“Scegliere con cura il consulente in tema di GDPR, il quale deve possedere le competenze tipiche del DPO – Data Protection Officer, competenze giuridiche, informatiche, organizzative e di risk management. Per intenderci, immaginiamo una sedia: se ha quattro gambe, ci si può appoggiare con serenità, se ne ha tre un po’ meno, se ne ha due figuriamoci. L’approccio ideale al GDPR, non a a caso, è risk-based, basato sul rischio”.